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Il volume racconta la storia urbanistica del territorio del Comune di Castiglione della Pescaia con particolare attenzione alle vicende che si sono susseguite dopo il secondo dopoguerra. La prima parte del testo affronta, con un resoconto speditivo, le trasformazioni territoriali e urbane del capoluogo e delle frazioni, avvenute dal periodo etrusco fino alla costituzione della repubblica italiana. Lo studio nella seconda parte riporta in modo dettagliato e cronologico, attraverso gli atti amministrativi emanati del Consiglio Comunale, tutti gli strumenti urbanistici, sia di iniziativa pubblica che privata adottati ed approvati fin dai primi anni '50. Il resoconto sui piani, Piani Regolatori generali, Programmi di Fabbricazione, Piani Attuativi di lottizzazione, Regolamenti Edilizi, Piani Strutturali e Regolamenti Urbanistici, è caratterizzato da una dettagliata analisi tecnica e da valutazioni "politiche" e culturali correlate alle condizioni dell'epoca e alle influenze sociali ed economiche provenienti dal contesto nazionale. Le politiche economiche, produttive, sociali e ambientali hanno influito profondamente sulle scelte locali più di quanto si possa pensare. Le schede che accompagnano il testo descrittivo riportano per ogni progetto di piano, oltre alle tavole grafiche degli strumenti urbanistici, tutte le indicazioni sugli atti amministrativi (delibere, progettisti, pareri, autorizzazioni, controlli, approvazioni e procedure attuate) arricchite da commenti sulle scelte edificatorie messe in atto. La terza parte del lavoro, a completamento della parte analitica e sistematica, vuole raccontare invece, attraverso interessanti interviste alle persone che hanno fatto la "storia" urbanistica di Castiglione, gli eventi, i fatti, i comportamenti e le valutazioni che stanno "dietro o sopra" agli atti ufficiali descritti nei documenti tecnico-amministrativi dell'Ente. Gli autori hanno corredato la loro indagine, oltre che da approfondite spiegazioni, valutazioni e commenti sulle scelte compiute dagli amministratori, anche da considerazioni sui comportamenti degli "uomini dello stato" nell'ambito delle loro funzioni istituzionali che, in alcuni casi secondo un giudizio politico, li pongono al limite della "legalità".